Lo psicologo tra curiosità e scetticismo
La psicologia tra tutte le professioni sanitarie risulta essere la meno “riconosciuta” dall’utenza. Le ragioni di un tale accadimento sono molteplici. Alcune di queste sono di natura conscia e ben manifeste dal soggetto che eventualmente le palesa. Motivazioni di questo tipo riguardano ad esempio l’imbarazzo nel resocontare fatti di vita personali, i costi onerosi dei colloqui oppure la diffidenza nei confronti degli “psicologi” come categoria professionale. Le altre ragioni appartengono invece ad una dimensione inconscia, che si manifesta attraverso i comportamenti del soggetto ma di cui lo stesso è ignaro. Esempi di tali situazioni riguardano i “motivi” del consulto psicologico. Questi possono essere i più disparati e nella maggior parte dei casi non sono in linea con i conflitti personali del paziente che sboccieranno via via durante il prosieguo del percorso trattamentale.
Esiste poi un sano e autentico interesse di molti nei confronti della “psicologia” come disciplina di studio, percepita così affascinante al punto tale da stimolare fantasticherie sulle facoltà di coloro i quali la esercitano, idealizzandoli o al contrario svalutandoli come fossero semiprofessionisti.
La psiche é qualcosa che permea le vite di tutti, pertanto ognuno potrebbe arrogarsi il ragionevole diritto di essere, a suo modo, uno studioso della psiche. Tuttavia un approccio serio, professionale e rigoroso ad una tale disciplina esige alcune premesse fondamentali, la maggior parte delle quali necessitano di un costante lavoro su di se’ . Per intenderci il “consiglio da amico” non ha nulla a che vedere con una competenza di tipo psicologico, anzi ne rappresenta forse l’antitesi. Lo psicologo lavora sul detto e non detto, sui comportamenti manifesti e su quelli camuffati, sui disagi riferiti e non, sulle potenzialità latenti, sulla storia di vita e sulla storia familiare. Potremmo dire che lo psicologo è tutto fuorché un amico. Tuttavia esistono i luoghi comuni secondo cui questo sia un vero e proprio confidente, un consigliere o peggio un “manipolatore persuasivo” che influenza qualsivoglia scelta di vita personale. Del resto in ogni categoria professionale non mancano soggetti che utilizzano le proprie competenze in modo controproducente per il buon esito del servizio offerto all’utenza.
Lo psicologo é una figura che ancora oggi genera dubbi, timori, incertezze, curiosità, fantasticherie. Lo si immagina come colui il quale analizza, invade ed orienta la psiche, la “mente”. A questo si affianca sovente il pregiudizio che una simile figura professionale sia utile solo esclusivamente per i cosiddetti “pazzi” e sul concetto di “pazzia” si potrebbe disquisire per giorni e giorni. Tuttavia anche nei casi così definiti vi sono coloro che prediligono la più scientifica “competenza psichiatrica”. A questo punto sorge spontanea la domanda, lecita e conseguenziale, riguardante l’utilità del servizio psicologico. La risposta a ciò risiede nella “finalità” che un tale servizio si prefigge, ossia il ripristino di un “equilibrio psichico”. Nella società attuale non mancano i cosiddetti “squilibrati”, cioè soggetti che vivono di alti e bassi, di somatizzazioni, di perversioni, di fissazioni, di isterie, di angoscie, di paure di depressioni, di ossessioni, di paranoie, e di tanto altro ancora. Tali stati sintomatologici, conseguenza di un mancato “equilibrio psichico”, risultano comunque gestibili dagli stessi individui a meno che questi non raggiungano gradi elevati di disadattamento. A questo punto il soggetto può reagire stravolgendo la propria vita attraverso comportamenti insani, oppure nei casi di consapevole lucidità, può ricorrere alla comoda e deresponsabilizzante assunzione di farmaci consigliata il più delle volte da uno psichiatra complice, il quale spesso si esime dall’affiancare allo stesso un opportuno periodo di consultazione.
La psicologia richiede devozione ed un grande lavoro su di se’, oltre il longevo periodo di formazione e di studio tipico della disciplina.
Non ci si improvvisa “psicologi”, tuttavia non mancano individui che più di altri mostrano sensibilità, empatia ed una flessibilità mentale di cui alcuni professionisti risultano ahimè deficitari.