Emozionarsi in pubblico
Cosa sono le emozioni? Quando ci emozioniamo? Cosa significa “emozionarsi in pubblico”? Per rispondere a tutto ciò dobbiamo ripercorrere le tappe di un esperimento degli anni ’60 dal quale possiamo comprendere il significato dell’espressione “emozionarsi in pubblico“.
L’esperimento di Ekman e Friesen si fonda su una ricerca interculturale, da cui risultò che sia le espressioni facciali che la loro interpretazione non cambiano da paese in paese.
I due studiosi dapprima si recarono in Brasile con foto che ritraevano visi con espressioni di tristezza, rabbia, felicità o disgusto. Giunsero poi in Cile, Argentina e Giappone ottenendo gli stessi risultati: ovunque andassero le persone del posto sembravano comprendere e usare le stesse espressioni facciali dei nordamericani.
Pensando che la cosa riguardasse gli abitanti di società moderne e che i risultati potessero essere influenzati dai mass-media nel 1967 si recarono in Nuova Guinea presso alcue tribù isolate, dove tv e giornali non erano ancora giunti.
Ancora una volta il risultato confermò la loro ipotesi, una espressione emozionale all’interno di una specifica popolazione veniva interpretata correttamente e uniformemente all’interno di qualunque altra, e viceversa. In altre parole, l’espressione facciale legata alla felicità ad esempio veniva interpretata come felicità all’interno di tutte le popolazioni analizzate.
Ma se esistono delle espressioni innate, trasversali all’interno di tutta l’umanità, significa che esistono delle emozioni comuni che le generano, e quindi queste possono essere definite come primarie.
Ekman ha così identificato 6 emozioni primarie: 1. Felicità 2. Sorpresa 3. Disgusto 4. Rabbia 5. Paura 6. Tristezza
Seppure l’uomo possa adottare una particolare espressione facciale volontariamente, esistono due diversi circuiti nervosi per i muscoli facciali, di cui uno involontario. Non solo ma l’attivazione di una particolare emozione è in grado di attivare anche i circuiti involontari, per questo motivo pare impossibile negare completamente l’espressione di una emozione: alcuni muscoli si attiveranno comunque, anche se magari solo per un breve istante. Pertanto emozionarsi in pubblico è qualcosa che non possiamo nascondere, nè tantomeno mascherare.
E’ interessante notare come esista anche una sorta di feedback di ritorno: l’attivazione dei muscoli interessati da una particolare espressione può attivare o facilitare uno stato emotivo. A conferma di questo Ekman e Friesen, durante i loro allenamenti per il controllo dei muscoli facciali, riferirono di stare davvero male dopo un’intera giornata passata a provare espressioni di tristezza.