Citazioni sul tema “psiche”
Ho raccolto alcune citazioni di famosi psicologi, psicoanalisti, filosofi e illustri personalità che hanno contribuito allo sviluppo ed all’evoluzione del pensiero umano attraverso i loro studi. Al di sotto della citazione è presente una breve spiegazione della stessa :
“La società è organizzata non tanto dalla legge quanto dalla tendenza all’imitazione.”
Carl Gustav Jung (Kesswill 1875 – Küsnacht 1961)
[Secondo lo psicoanalista svizzero il sistema socio-culturale di cui facciamo parte tende a riconoscere, organizzare e gestire l’individuo solo se conformato al senso comune, cioè quel meccanismo secondo il quale ci si riconosce vicendevolemente a patto di essere “simili”. La similarità è raggiunta esclusivamente attraverso processi di imitazione. La legge invece dovrebbe porsi a tutela soprattutto di coloro i quali per etnia, per tradizioni, per genere sessuale o per ideologia si distaccano da questo senso comune. Tuttavia tali soggetti non sempre vengongo tutelati adeguatamente.]
“Essere completamente onesti con se stessi è un buon esercizio.”
Sigmund Freud (Freiberg 1856 – Londra 1939)
[Cosa significa essere onesti con se stessi? Significa “vivere” concedendo un adeguato spazio all’ascolto e, laddove possibile, al soddisfacimento delle richieste del proprio inconscio. Trascurare il proprio inconscio significa determinare disequilibrio psichico ma soprattutto ignorare una parte di noi, la quale in ogni caso farà sentire la sua voce attraverso vie alternative di scarica pulsionale molto spesso somatizzate a livello fisiologico. Esercizio dopo esercizio possiamo imparare a vivere pienamente tutte le nostre dimensioni psichiche, consce ed inconsce. Questo genererà equilibrio e armonia in noi e di rimando nell’ambiente di cui facciamo parte.]
“Il nostro modo di vedere è condizionato dal nostro essere.”
Carl Gustav Jung
[Vediamo e percepiamo la realtà attraverso il nostro mondo interiore, il nostro stato d’animo e le nostre emozioni. Dal momento che pare legittima l’idea secondo la quale la realtà oggettiva di per sè non esiste, capita che questa venga costantemente interpretata e filtrata dal nostro “personale” punto di vista.]
“Se progetti deliberatamente di essere meno di quello che sei capace di essere, allora ti avviso che sarai infelice per il resto della tua vita.”
Abraham Maslow (Brooklyn 1908 – Menlo Park 1970)
[Gli studi di Maslow vanno controcorrente rispetto alla grande mole di studi rivolta a persone “malate”. Infatti le sue ricerche riguardano prevalentemente persone psicologicamente “sane”. Egli scoprì che gli individui sani sono spinti verso l'”autorealizzazione”, un processo di continua realizzazione di potenzialità, capacità, talenti come un vero e proprio adempimento di una missione la quale diviene accettazione dell’intrinseca natura della persona. Se questa viene negata l’individuo rimarrà insoddisfatto e infelice per il resto della sua vita.]
“Ognuno di noi è seguito da un’ombra. Meno questa è incorporata nella vita conscia dell’individuo tanto più è nera e densa.”
Carl Gustav Jung
[Jung sostiene che in ogni individuo è presente una dimensione psichica contenente aspetti della personalità da noi negati e rifiutati i quali divengono via via più densi e potenti quanto più restano “incoscienti”. Per intenderci questo capita ogniqualvolta si nota un qualche onnipresente atteggiamento nell’altro il quale, se facente parte della propria “ombra”, verrà probabilmente negato. Incorporare un aspetto-ombra nella vita di un individuo significa per Jung prenderne coscienza, accettarlo e osservarlo senza giudicarlo.]
“Il proposito di ogni psicoanalista ed ogni uomo è sconfiggere la miseria della malattia per poter accettare la comune infelicità dell’essere umano.”
Sigmund Freud
[Il pensiero di Freud offre una visione dell’uomo costantemente tormentato dall’eterno conflitto tra pulsioni creative e pulsioni distruttive. Egli è infelice in quanto inevitabilmente represso nei suoi impulsi primari dalle esigenze ristrette della “convivenza sociale”. La malattia nasce invece dalla repressione e dal disconoscimento della propria energia pulsionale la quale, se non incanalata in forme alternative e adattive di scarica, vegeterà nell’uomo sottoforma di “malattia“.]
“Tu proietti la tua energia vitale quando ti senti bene e quando ami; la ritiri verso il centro del corpo quando hai paura. “
Wilhelm Reich (Dobrzcynica 1897- Lewisburg 1957)
[Reich fu allievo di Freud e cominciò i suoi studi sull’energia vitale negli anni ’20. Egli scoprì che ogni individuo in fase di rilassamento, di libera espressione emozionale o di orgasmo genitale gratificante tendeva a stimolare un movimento energetico nel proprio corpo. Fenomeno contrario si manifestava ogniqualvolta vi era soppressione o trattenimento delle proprie emozioni. Tale fenomeno secondo lo psichiatra austriaco era solito presentarsi accompagnato da un ansioso rifiuto di qualunque cosa fosse piacevole poichè vivere la tale cosa avrebbe in qulche modo tirato fuori sentimenti oppressi e non piacevoli, provati in passato nelle medesime circostanze, ed ora ad essa associati.]
“Esiste un solo tipo di uomo, veramente adulto; è la persona che ha cura di sè, dell’altro e dell’ambiente; in una parola: l’uomo solidale.”
Erik Erikson ( Francoforte 1902 – Harwich 1994)
[Erikson, nella elaborazione della sua teoria, pone in relazione lo sviluppo della persona con le “esperienze sociali”. Il concetto di “sviluppo psicosociale” eriksoniano si contrappone quindi allo “sviluppo psicosessuale” della teoria freudiana. L’identità di ogni individuo appartiene alla dimensione psicologica della “realizzazione personale” ottenibile attraverso le relazioni con altre persone, con l’ambiente in cui si vive e con la cultura di appartenenza. Tuttavia in alcuni casi l’uomo non raggiunge la “solidarietà” auspicata. Questo accade ogniqualvolta l’uomo costruisce immagini distorte della propria identità oppure indossa maschere con le quali fornisce alla società false immagini di sè.]
“E’ un piacere mantenere i propri segreti, ma che tragedia non venire scoperti!“
Donald Winnicott ( Plymouth 1896 – Londra 1971)
[Winnicott fu un piedatra e psicoanalista inglese. Il concetto di “piacere” è ricorrente nel pensiero winnicottiano. Essso viene associato al mondo infantile, in quanto realtà autentica e personalmente significativa. Durante l’infanzia secondo lo psicoanalista inglese il bambino ha la possibilità di esplorare un mondo in cui tutto gli è permesso, ciò investe il piccolo di un grande senso di onnipotenza il quale getterà le basi per lo sviluppo della “creatività” e della “fiducia di sè”. In età adulta quelle briciole di onnipotenza perdute sono rintracciabili in frammentari aspetti del quotidiano; uno di questi potrebbe essere il “possedere un segreto”. La possibilità di possedere un piccolissimo sapere così raro e introvabile stimola nel soggetto sensazioni infantili legate al senso del “volere” e del “potere”. Tuttavia ogni realtà soggettiva e personale se da un lato conferisce autenticità e onnipotenza, dall’altro necessita di situazioni che ridimensionino il marcato egocentrismo e lo “scoprano” per far posto al riconoscimento sociale ed alla integrazione.]
“Il vaso contiene l’acqua ed è l’acqua che dovete bere, non serve a nulla adorare il vaso, purtroppo invece l’umanità tende ad adorare il vaso ed a dimenticare l’acqua.”
Jiddu Krishnamurti (Madanapalle 1895 – Ojai 1986)
[E’ stato un filosofo di origine indiana il quale ha stimolato nell’umanità una nuova forma di consapevolezza legata alla scopertà della “verità”. Secondo Krishnamurti essa è rintracciabile nel superamento della divisione tra “oggetto osservato” e “osservatore”. Questa divisione dualistica è causa della infelicità dell’uomo ed impedisce la percezione diretta della realtà. Il raggiungimento di tale forma di coscienza presuppone la realizzazione di un percorso interiore che metta in gioco se stessi costantemente. Il culto religioso stimola nell’essere umano forme di idolatria controproducenti poichè fanno sì che l’uomo si allontani dall'”acqua della verità”, contenuta in ognuno di noi, adorandone solo il contenitore.]
“Il sintomo è una metafora.”
Jacques Lacan ( Parigi 1901 – Parigi 1981)
[Fin dal 1957 Lacan identifica il sintomo come una “struttura di linguaggio”, inscritta in un processo di scrittura. Esso assolve quindi la funzione di riferire “altro da quello che è”, caratteristica propria della “metafora”. Si entra in analisi lamentandosi di un sintomo che verrà interpretato dall’analista da un punto di vista simbolico-metaforico. La finalità primaria della psicoanalisi, pertanto, non è l’effetto terapeutico inteso come scomparsa del sintomo ma piuttosto qualcosa che mira a determinare un cambiamento del sintomo; cioè che un sintomo più vivibile e accettabile dal soggetto si sostituisca a quello che era divenuto intollerabile. Il sintomo diviene quindi risorsa del soggetto, sia nella nevrosi sia nella psicosi.]