Educare i bambini: istruzione per l’uso
L’educazione dei bambini, sia che abbiano il ruolo di scolari o di figli, necessita di vere e proprie istruzioni per l’uso. Di seguito sono descritti alcuni temi la cui conoscenza risulta funzionale all’apprendimento di un efficace modello educativo:
Il processo di individuazione nell’adolescente.
Il processo di individuazione, meglio conosciuto come processo di separazione- individuazione, è una fase di sviluppo che neonato ed adolescente sperimentano durante il proprio percorso di crescita. Nel neonato tale fase rappresenta, come ben descritto dalla psicoanalista inglese Margaret Mahler, una modalità attraverso cui differenziarsi dalla madre soprattutto da un punto di vista fisico-simbiotico allo scopo di giungere al riconoscimento di sé e delle proprie caratteristiche, seppur in maniera dipendente alle figure genitoriali. Tale bisogno di separazione si ripropone in adolescenza allo scopo di acquisire un’ identità psicologica. Questo periodo (dagli 11-12 sino ai 19-20 anni di età) risulta estremamente fragile dal punto di vista emotivo a causa dei rilevanti mutamenti a cui è sottoposto il corpo dell’adolescente. La fragilità emotiva che caratterizza tale fase di sviluppo in alcuni casi può essere elusa da comportamenti estremi quali abuso di alcool, etero-aggressività, conflittualità familiari, dipendenze patologiche che molti adolescenti agiscono talvolta allo scopo di conformarsi al gruppo dei pari ottenendo quel riconoscimento identitario e stabile di cui il proprio sé in costruzione ancora risulta deficitario.
L’adolescenza è quindi una delicata fase di crisi che può essere elaborata e risolta oppure negata e rifiutata. Nel primo caso, il buon esito del processo, determinerà soggettivazione ed identità adulta. Nel secondo caso potrebbe determinarsi uno sviluppo psicopatologico.
L’importanza della regola per il bambino.
Le regole sono strumenti attraverso cui disciplinare la collettività. Per i bambini le regole costituiscono una sorta di codice con cui stimolare la graduale formazione di una personalità adulta. Esse permettono di arginare e limitare la loro impulsività creando uno spazio confinato in cui poter esplorare ed “esercitarsi alla vita” con la massima autonomia. Il confronto/scontro con la regola permette al bambino di sperimentare frustrazione e senso del limite. Tali vissuti garantiranno l’acquisizione di buone capacità di adattamento. La familiarità che il bambino sperimenta con tali dimensioni, inoltre, produrrà un graduale senso di sicurezza promosso ulteriormente dall’idea di tutela e protezione che le regole inducono in tutti coloro che le applicano.
La famiglia rappresenta per il bambino un porto sicuro perché è basato su affetto, regole e coerenza. La società dovrebbe riproporre su scala collettiva dinamiche similari. L’educazione e le regole disciplinano il bambino e stimolano in lui capacità di riflessione, forza di volontà e senso civico. Aspetti fondanti di una futura e civile convivenza. La crisi di valori che allo stato attuale vive la nostra società impone ed esige una riflessione su questi temi, soprattutto in considerazione del fatto che i bambini di oggi saranno gli adulti di domani.
L’errore come opportunità di miglioramento.
In ogni ambito del sapere l’errore è stato da sempre demonizzato, percepito come qualcosa di peccaminoso, da punire o cancellare. A partire dal 1900, infatti, sono state elaborate teorie volte a sanzionare l’errore e a recriminarlo. Gradualmente epistemologi, filosofi, pedagogisti e psicologi hanno contribuito a destrutturare le vecchie tesi.
Secondo il filosofo ed epistemologo Karl Popper, ad esempio, tutti gli organismi viventi utilizzano il metodo del tentativo e dell’errore quando adattano il loro comportamento alle situazioni. Tuttavia l’essere umano e l’animale hanno un diverso atteggiamento nei riguardi delle soluzioni sbagliate: l’uomo impara dai propri errori, l’animale ne rimane vittima.
La scienza epistemologica definisce l’errore come “normale” perché fa parte dell’ esperienza e dell’attività dell’essere umano; “positivo” perché con la sua correzione permette di far giungere il soggetto a conoscenze più prossime alla verità; “utile” perché lo mette in condizione di imparare dagli errori.
Secondo lo psicologo statunitense Jerome Bruner la possibilità consapevole di commettere gli errori, in tutta onestà, va di pari passi con l’intento di risolvere problemi.
La pedagogista italiana Maria Montessori sostiene che una scuola che vuole rendere possibile e difendere la spontaneità del bambino non può evitare che lo stesso commetta errori ricorrendo, ad esempio, a premi o a castighi. Secondo la Montessori l’educazione deve quindi prospettarsi come “autoeducazione”. Gli errori pertanto risultano essere momenti costitutivi dell’apprendimento. Inoltre il loro superamento può stimolare, sul piano morale e sociale, sentimenti di coesione, collaborazione e coesistenza pacifica fra i popoli.
L’importanza della comunicazione genitori – figli.
La comunicazione è uno strumento fondamentale e indispensabile per l’uomo. Attraverso di essa ci si può intendere allo scopo di arrivare ad un scambio di informazioni. Tuttavia spesso si determinano incomprensioni. Questo accade sovente nelle relazioni interpersonali e familiari. Nella comunicazione familiare, ad esempio, occorre prestare maggior attenzione a specifiche dimensioni: quella dell’ascolto e del dialogo.
Una comunicazione funzionale permette al genitore di conoscere ciò che i figli sanno, i loro punti di vista, le loro idee. Per tale motivo l’ascolto dovrebbe essere empatico e non giudicante allo scopo di recepire le reali richieste dei figli rispetto all’ambiente circostante e rispetto al sostegno che inconsciamente si richiede ai genitori in particolari fasi di vita. Un altro aspetto da prendere in considerazione riguardo all’essere genitori è chiedersi sovente se il comportamento assunto nei riguardi del proprio figlio abbia una funzione educativa o prettamente narcisistica allo scopo di colmare eventuali bisogni di gratificazione, vuoti emotivi o sopperire a presunte incapacità genitoriali (domanda spesso rivolta a psicologi e professionisti del settore).
Quello che non è stato dato e/o fatto durante lo sviluppo psicofisico del bambino potrebbe essere difficile da recuperare in futuro e determinare problematiche quando avverrà il confronto con la tempestosa fase adolescenziale.